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Anno scolastico 2015 - 2016

 

Seconda edizione della “Storia in tavola”, primo appuntamento con il patrocinio del Comune di Rapallo.

“A cena con Boccaccio e Chaucer”

presso il Ristorante La Nave di San Michele di Pagana

un percorso alla riscoperta delle tradizioni culinarie attraverso la storia, a cura dei docenti  C. Cassinese e A. Cassottana.

I ragazzi della 1 Liceo Sportivo e 3 B Liceo Scienze Applicate hanno illustrato ai convitati intervenuti più di 80,  novelle del Boccaccio e altre tratte dai Racconti di Canterbury citate in Inglese, partendo dal cibo.


Come è noto, il Decameron è una raccolta di cento novelle precedute da un Proemio dove Boccaccio spiega il suo intento: fornire, sullo sfondo di una terribile epidemia, un intrattenimento piacevole per un pubblico composto soprattutto da donne, che, per quanto raffinate ed eleganti, non fanno parte del mondo dei letterati. Visto il genere di lettori, l'argomento principale non può che essere, ovviamente, l'Amore, declinato in tutte le sue forme, da quelle più spirituali alle più licenziose.
E qui sta un altro, sostanziale collegamento con Chaucer, a cui, come forse non molti sanno, va ascritto il merito di aver consacrato San Valentino come santo patrono dell'Amore. A Boccaccio, invece, risale l'aggettivo 'boccaccesco', che, a torto, è venuto a indicare un tipo di amore tutt'altro che platonico, descritto in alcune novelle del Decameron, a volte rielaborate o citate nei Racconti di Canterbury.
Chaucer, che purtroppo non riuscirà a concludere il suo capolavoro, oltre ad alcune storie, riprende da Boccaccio anche lo schema narrativo e lo stile. Come è noto, Boccaccio sceglie dei giovani che si rinchiudono per sfuggire alla peste e Chaucer descrive dei pellegrini incamminati verso la Cattedrale di Canterbury; a tutti costoro viene chiesto a turno di narrare una storia per intrattenere gli altri. Se la cornice è simile, l'esito è diverso: i personaggi del Decameron sono del medesimo ceto e vengono descritti in modo più generico, mentre i pellegrini diretti a Canterbury sono individui veri, con realtà molto diverse tra loro e vengono descritti molto dettagliatamente dall'Autore che, e qui sta l'originalità, è un pellegrino anche lui.
Sia il Decamerone che i Racconti di Canterbury sono il primo, riuscitissimo tentativo di utilizzare il volgare come lingua letteraria nei rispettivi Paesi. I loro lavori, inoltre, presentano delle similitudini dovute al fatto che Chaucer, che ha subito l’influenza di Boccaccio, lo traduce e ne inserisce alcuni brani nelle proprie opere.

 

 

 

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